Quattordicesimo confronto "a distanza" sul marketing personale. Quattro domande a colleghi ed amici professionisti. Oggi è la volta di Enrico Ratto.
Quanto ritieni sia importante oggi un approccio strutturato al marketing personale per un professionista?
Credo che il marketing personale sia sempre stata una delle priorità del professionista. Di solito si dice "prima non esisteva la definizione", tuttavia penso che ciò sia vero ma riduttivo.
Il punto, piuttosto, è che le relazioni di un professionista, un manager, un imprenditore, prima di internet erano codificate in modo chiaro, spesso gerarchico, per cui ognuno poteva fare marketing di sè stesso muovendo leve note, definite, codificate.
In una struttura verticale classica, come può essere una grande azienda, non dico che non fosse dura far passi avanti, ma erano note le variabili su cui agire.
Oggi, il web ha accentuato l'entropia dei rapporti, che poi è una delle cose più stimolanti del web.
Ognuno di noi si trova di fronte ad un punto di domanda quando scrive un nuovo contenuto sul suo blog, quando risponde ad una discussione sul social network professionale, quando decide di accettare l'amicizia di un collega, ad un superiore o ad un concorrente.
Le regole sono saltate, e in questo sano disordine è fondamentale strutturare una strategia, trovare un denominatore comune delle propria personalità per parlare agli interlocutori.
Quali strategie e strumenti utilizzi normalmente nelle tue attività di self marketing e promozione?
Innanzitutto ho scelto di tenere un blog all'interno della mia azienda, ospitato sullo stesso dominio.
Questo per dare chiarezza alla mia comunicazione, essere trasparente sulle mie intenzioni, dare un'evidenza al mio ruolo.
Su questa scelta ho ragionato a lungo, con colleghi e collaboratori: puoi fare cultura disinteressata nello stessa piazza in cui fai business?
Poi si è posta una seconda questione: oltre alla mia attività consulenziale, sono un giornalista proprio nel settore imprese e business, il rischio del conflitto di interessi era evidente: anche qui, ho deciso di esplicitare i miei ruoli professionali, e a seconda dello spazio in cui scrivo ho scelto di rendere sempre evidente il mio ruolo in quel momento.
Diciamo che queste sono domande e dubbi che nascono all'interno della realtà italiana, poco articolata, abituata a relazionarsi con "una persona-un ruolo".
In realtà più dinamiche, più ricche di opportunità, è accettato - anzi è considerato un valore aggiunto - il fatto di poter aver più ruoli nella stessa società, nella stessa vita.
Qual è a tuo parere l'errore assolutamente da evitare nella propria promozione on line?
La mancanza di chiarezza, soprattutto sul lungo periodo: parlo di mesi, di anni.
E' facile approcciare una persona, un'azienda, un qualsiasi portatore di interesse, e sostenere la conversazione qualche giorno, qualche email.
Ma essere coerenti, affidabili, chiari verso i propri interlocutori e reggere alla prova del tempo, è fondamentale per crearsi una vera reputazione.
L'errore tattico è "chiedere", fare marketing personale in modalità "push": penso che qualsiasi tipo di business, personale o aziendale, con un minimo di intelligenza e audacia, possa essere visto da angolature che permettono di essere interpellati, richiesti per le proprie competenze, piuttosto che chiedere.
Questo non significa evitare di "proporre", anzi, ma penso che sia chiara l'accezione che do al termine "chiedere".
Che suggerimenti daresti a chi volesse incrementare la propria visibiltà?
Individuare e agire sulla "coda lunga" delle proprie caratteristiche personali.
Tutti siamo "brillanti" o "riflessivi", "molto onesti" o "capaci a risolvere i problemi", "capaci di concentrazione" o "grandi innovatori".
Ma queste sono caratteristiche inflazionate, ti gettano nel pieno della competizione.
Perchè non valorizzare quelle caratteristiche di nicchia (ciò non significa "stravaganti"), agire su capacità realmente distintive, anche se poi attireranno l'attenzione di un numero limitato di persone.
"Quella persona è molto brava nella realizzazione di video-seminari" non significa essere "brillanti in pubblico".
Bene: realizza video seminari, postali sul web, e rifiutati di apparire in pubblico se non ti si tratta di un video-seminario, perchè non è il tuo campo, faresti solo confusione e brutte figure.
Conosco molti professionisti che lo hanno capito: non esporsi se non è il campo in cui puoi funzionare davvero.
Analizzare le situazioni sia in positivo - quando si tratta di valorizzare - sia in negativo - quando si tratta di evitare una partecipazione (ad un blog, ad una discussione on line, ad un incontro, ad un progetto di lavoro comune).
In questo modo, più che incrementare la visibilità, la focalizzerete.
Enrico Ratto è un giornalista e libero professionista, consulente per CPL in progetti di eCommerce e Direttore Responsabile di Eccellere Business Community.
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