Le connessioni sono ciò che rende la vita unica e preziosa, ovvero la costruzione di rapporti umani e la capacità di amare i nostri genitori, i fratelli, il coniuge, i colleghi, gli amici, o anche perfetti sconosciuti.
Le connessioni sono possibili solo se abbiamo il coraggio di toglierci la nostra corazza emotiva.
Forse questo è il motivo per cui ricevere un sorriso inaspettato ci fa sentire così bene, e la perdita di una persona cara ci fa così male.
Ma cosa possiamo fare? Non possiamo mettere su una corazza emotiva, perché tale corazza ci impedirà di costruire nuove connessioni o mantenere quelle vecchie.
L'unica cosa che possiamo fare è ricordarci che siamo tutti degni di essere connessi. Se ci lasciamo vedere, gli altri ci vedranno.
Questo però richiede molto di coraggio.
Sviluppa il coraggio di essere imperfetto. Devi avere la compassione di essere gentile prima con te stesso e poi con il mondo.
L'essere in connessione è una conseguenza dell’autenticità.
Occorre abbandonare il sé ideale per essere se stessi. Accetta completamente la tua vulnerabilità. Ciò che ti rende vulnerabile ti rende una persona migliore.
Esercita la volontà di fare qualcosa quando non ci sono garanzie di successo, come ad esempio la volontà di investire in una relazione che potrebbe funzionare, o no.
Smetti di cercare di controllare e prevedere. La vulnerabilità è il cuore della paura e della vergogna della nostra lotta per la dignità di sentirci meritevoli di amore e per essere accettati, ma è anche la chiave della gioia, della creatività, del senso di appartenenza, dell’amore.
Siamo indebitati, obesi, dipendenti da droghe e medicine. Ma non possiamo sopprimere le emozioni in modo selettivo.
Ecco allora che si manifestano la vulnerabilità il dolore la vergogna, la paura, la delusione.
Non vogliamo provare queste emozioni. Ma non si possono addormentare questi sentimenti negativi, senza sopprimere gli affetti, le nostre emozioni.
Non possiamo selezionare cosa sopprimere, perché quando sopprimiamo queste emozioni cancelliamo anche la gioia, addormentiamo la gratitudine, siamo insensibili alla felicità.
Stiamo male, cerchiamo un significato ed una ragione e ci sentiamo vulnerabili. E si innesca un ciclo pericoloso. Quindi rendiamo tutto ciò che è incerto, certo.
Io ho ragione, tu hai torto. Stai zitto. Quanto più abbiamo paura, tanto più siamo vulnerabili, tanto più siamo spaventati.
Non c’è dialogo, non c’è conversazione. C’è solo biasimo. Un modo per scaricare il dolore e il disagio. Siamo perfezionisti. Vorremmo una vita perfetta. Ma non funziona.
Pensiamo che quello che facciamo non abbia effetto sulle altre persone. Ma invece ha un impatto enorme.
Pratica la gratitudine e la gioia nei momenti di difficoltà.
Sentirsi vulnerabile significa sentirsi vivi.
E sviluppa la profonda convinzione di "essere abbastanza".
Impara ogni giorno a dare valore a te stesso.
via
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