giovedì 29 luglio 2010

Progetta il tuo personal business plan


Comincio da tre. Uno stimolante progetto CFMT e una bella giornata d’aula organizzata dal Bic Lazio in un seminario introduttivo per l’avvio di attività imprenditoriali e professionali-consulenziali. Una ottima occasione per me di confronto con manager molto preparati e interessati a misurarsi con nuove sfide.





Per scaricare il file clicca su "view on slideshare" e poi su download.

venerdì 23 luglio 2010

Personal Branding in the Digital Age


Una interessante presentazione introduce e definisce i passi fondamentali per sviluppare il proprio personal brand.


Il processo di differenziazione come il punto di incontro tra le capacità del nostro business, le necessità manifeste dei clienti e l'offerta già esistente dei concorrenti all'interno del contesto competitivo in cui intendiamo operare.
Leggi il precedente post: Differenziare il proprio business


Molto utile per progettare le proprie attività il modello delle 4C del personal marketing:

Content
In realtà può rappresentare il tuo vero prodotto. I tuoi articoli, foto, video, ebook: tutto ciò che può veicolare il tuo know how e le tue competenze specifiche.

Community
Chi vuoi attrarre ed interessare intorno al tuoi contenuti.

Conversation
Il modo con cui intendi relazionarti e contribuire alla crescita della tua community non solo in termini numerici.

Consistency
Tutto deve essere coerente con te ed il tuo modo di essere e di proporti.

giovedì 22 luglio 2010

Una matrice per la strategia dei contenuti

The_Content_Grid

The Content Grid: una semplice matrice per sviluppare una strategia di contenuto e la scelta dei canali di veicolazione pubblicata da Eloqua.


Clicca qui per scaricare la matrice da flickr.
Qui la versione in pdf.

Che cosa ne pensate?

martedì 20 luglio 2010

Il marketing personale secondo Alessandra Colucci



Quattro domande a colleghi ed amici professionisti. Sedicesimo confronto "a distanza" sul marketing personale. Oggi incontriamo Alessandra Colucci.


Quanto ritieni sia importante oggi un approccio strutturato al marketing personale per un professionista?

Direi che è imprescindibile. I rapporti professionali si basano sulle stesse dinamiche relazionali che caratterizzano le interazioni personali, solo che molto spesso in ambito lavorativo i tempi a disposizione per farsi un'idea della persona che si ha di fronte sono molto brevi.
Da qui l'importanza ancora maggiore di comunicarsi correttamente, possibilmente di farsi precedere da informazioni sulla propria attività, sulle proprie competenze e sulle proprie caratteristiche in generale, di avere un "personal brand" curato e coerente.
Come per le aziende, avere delle strategie di marketing ben delineate non vuol dire essere falsi e costruiti, "fare le tattiche", tutt'altro.
Significa avere ben chiari gli obiettivi da perseguire, essere consapevoli delle proprie competenze, risorse e capacità, conoscere le proprie specificità e comprendere come rendere tutto questo facilmente percepibile per i propri interlocutori.
Avere una strategia di personal marketing articolata, crearsi un brand che ne sintetizzi e contribuisca a veicolarne l'identità, permette di poter impiegare meno tempo a spiegare sé stessi e il proprio lavoro, di dedicarne una quantità maggiore ad ascoltare e comprendere esigenze e necessità dell'interlocutore: l'ascolto e la costruzione dell'empatia sono essenziali per portare a termine un lavoro accurato e in linea con le aspettative del cliente.

Quali strategie e strumenti utilizzi normalmente nelle tue attività di self marketing e promozione?

Innanzitutto cerco sempre di fare scelte che mi rappresentino realmente: il mio modo di vestire, il mio modo di mangiare, il mio modo di parlare e di scrivere, così come la foto dei miei profili sui social media e il layout del mio personal blog... sono tutti elementi che mi descrivono, ognuno raccontando qualcosa di me.
Dunque inutile mettere un serio tailleur quando, per prima io, se lo indosso non mi sento me stessa.
Esporre sinceramente quel che si è è il primo passo per costruire una reputazione che nessuno potrà smentire o rovinare dato che corrisponderà al vero.
Da quando esiste utilizzo il corporate blog di Queimada per esprimere opinioni e condividere idee sul marketing, sulla comunicazione e sulla pubblicità, ma ad un certo punto mi sono resa conto che la mia identità professionale era più sfaccettata e multidimensionale di quel che poteva apparire utilizzando tale strumento: è per questo che ho deciso di aprire il mio personal blog.
Sul mio sito posso evidenziare tutte le esperienze che completano la mia attività professionale in azienda, posso sperimentare senza correre il rischio di tradire la linea editoriale istituzionale della mia società, posso espormi maggiormente.
Il mio blog è un "luogo virtuale" dove tengo traccia di tutto quel che faccio, dove rifletto sulla comunicazione e il marketing, ma anche sui luoghi che visito, sui film che vedo, sulle persone che incontro... in piena libertà e autonomia.
Infine, oltre al blog, ho creato una serie di account sui principali social network (Twitter, Facebook, LinkedIn, FriendFeed, Google Reader) in modo da dare maggiore visibilità alle mie attività professionali dato che il mio lavoro mi insegna che ciò che non è percepibile è come se non esistesse.
Di questi utilizzo soprattutto Twitter poiché mi dà modo di aggiornarmi e interagire quotidianamente con persone stimolanti pur non avendo moltissimo tempo a disposizione; inoltre, rispetto ai miei interessi, mi consente di ridurre moltissimo il "rumore" e cioè tutte quelle informazioni che, nel momento in cui consulto il mio account, non mi sono utili.

Qual è a tuo parere l'errore assolutamente da evitare nella propria promozione on line?

Non avere una strategia che sia chiara e ben definita sin dall'inizio, ottenuta attraverso un buon metodo progettuale.
Bisogna saper cosa si vuol dire prima di parlare e scegliere un tono adatto al contesto in cui si agisce: è così anche sul web.
Prima occorre analizzare la propria situazione di partenza, poi fissare degli obiettivi, trovare i mezzi e gli strumenti più adatti a raggiungerli, studiarne le modalità di funzionamento (anche implicite), scegliere quelli più rappresentativi del proprio modo di essere, darsi delle regole sul loro utilizzo e solo dopo mettere in pratica qual che ne frattempo è diventato un piano strategico.
Non basta un'intuizione per costruire una comunicazione efficace e un personal brand carismatico.

Che suggerimenti daresti a chi volesse incrementare la propria visibilità?

Sono tante le cose da tenere a mente, ma credo che quelle più importanti e valide in qualunque ambito siano 3:
1. Ascoltare e condividere le esperienze degli altri, essere empatici: l'era del marketing push è finita da un pezzo, la comunicazione consiste sempre in uno scambio bidirezionale.
2. Interagire, e non solo online: nessun contatto va trascurato perché ogni network è costituito da persone.
3. Curare ogni minimo dettaglio, sempre: sono spesso le piccole cose a fare la differenza.



Alessandra Colucci è consulente in pianificazione strategica e Brand Care presso Queimada, la società romana di comunicazione, marketing e branding che ha creato insieme a Vincenzo Bernabei, nonché editrice e contributor di Brand Care magazine, house organ che si propone di connettere idee per creare innvovazione.
Insegna Brand Management presso IED - Istituto Europeo di Design, sia al triennale sia nel master che coordina.
Connette idee e condivide riflessioni sul suo personal blog.

giovedì 15 luglio 2010

Il piano di comunicazione in estrema sintesi



Il piano di comunicazione è uno strumento utile per definire, programmare e gestire le attività di comunicazione di un’organizzazione e di una azienda in un certo arco temporale, normalmente un anno.

Normalmente un piano di comunicazione è costituito da 8 fasi:
1. L'Analisi dello scenario
2. La definizione degli obiettivi di comunicazione
3. La segmentazione e la scelta dei pubblici di riferimento
4. La scelta della strategia
5. La scelta dei contenuti
6. La scelta delle attività e degli strumenti
7. La misurazione dei risultati
8. Il Budget a disposizione e il Timing delle attività.

Una esercitazione, che utilizzo spesso in aula per introdurre il piano di comunicazione per una piccola impresa o per una micro attività, consiste nel rispondere progressivamente ad una serie di domande.

La tecnica delle 5W (who, what, when, where, why) aiuta a porre le giuste domande per approcciare alla comunicazione sia dal punto di vista dell’impresa sia da quello, molto più importante, dell’interlocutore.
Infine 3 How per pianificare le attività, misurarle ed implementarle.

Con le 5W:
1. Con chi dovrei/potrei parlare? Chi è più interessato?
2. Che cosa dovrei dirgli? Che cosa gli interessa sapere?
3. Quando dovrei parlarci? Quando è disponibile ad ascoltarmi?
4. Dove potrei parlargli? Dove è più facilmente raggiungibile?
5. Perche ci devo parlare? Perchè dovrebbe ascoltarmi?

Con le 3H:
a. Come programmo le attività?
b. Come misuro e valuto i risultati?
c. Come sviluppo le relazioni?

Clicca qui per scaricare la slide da flickr.

Che cosa ne pensi? Ti sembra utile?

mercoledì 14 luglio 2010

Essere marketing manager: 4 profili



Una serie di riflessioni, in libertà. Una classificazione in base all'orientamento delle imprese verso il mercato o più accentuato verso il cliente; la seconda sulla predisposizione personale del marketer ad essere più manager e gestore di risorse o a valorizzare l'aspetto creativo del proprio ruolo.

4 profili tipo ideali individuati: Scienziato, Artista, Mediatore, Interprete.

4 modi di pensare, vivere e utilizzare il marketing nelle imprese, nei modelli di sviluppo, nell'orientamento strategico, negli obiettivi di fondo, negli strumenti di comunicazione, nell'attenzione e nel focus del piano di marketing.



E tu, se ti occupi di marketing, in quale ti ritrovi?

martedì 13 luglio 2010

Il marketing personale secondo Enrico Tonetto


Quattro domande a colleghi ed amici professionisti. Quindicesimo confronto "a distanza" sul marketing personale. Oggi è la volta di Enrico Tonetto.


Quanto ritieni sia importante oggi un approccio strutturato al marketing personale per un professionista?

Secondo me, in passato, il vero motivo per cui un cliente sceglieva un professionista invece di un altro era fondamentalmente il passaparola che proveniva dal suo network di conoscenze.
Da qui la necessità per il professionista stesso di conquistarsi visibilità in quell’ambito, cosa che tutti in realtà cercavano di fare in maniera più o meno sistematica.
Oggi la situazione sta progressivamente cambiando. Rimane l’importanza del passaparola (che ricopre e ricoprirà sempre comunque un ruolo importante anche in modi diversi) ma ad esso si stanno affiancando altre forme di comunicazione completamente nuove.
In questi ultimi anni abbiamo assistito ad alcuni fenomeni che hanno cambiato le regole del gioco:
• i mercati sono diventati sempre più competitivi anche per i professionisti, a maggior ragione nella fase economica attuale;
• i mercati sono sempre meno di massa e si frazionano sempre di più in segmenti ristretti;
• la rete Internet mette a disposizione di tutti numerosi nuovi strumenti di comunicazione.
Una delle conseguenze del primo punto è che i clienti sono molto più attenti e liberi nella scelta del professionista cui affidare un lavoro; sono più esigenti e non è detto che un personaggio consigliato da un collega imprenditore o da un’associazione di categoria sia, più o meno automaticamente, considerato la persona giusta.
Sulla decisione influiscono tutta una serie di considerazioni e di variabili che la condizionano fortemente; tendono a prevalere fattori oggettivi e la decisione è presa con maggiore attenzione.
Conta di meno il passaparola e si tende ad essere sempre più selettivi.
L’altro aspetto segnalato al secondo punto, ci dice che è sempre più importante la specializzazione: il professionista deve essere focalizzato su settori e temi specifici.
Mercati più ristretti vuol dire competenze particolari più elevate.
Il vantaggio è che in un mercato circoscritto i competitori sono in numero minore; il rovescio della medaglia è che bisogna essere riconosciuti e visibili in quegli ambiti specifici.
Per il professionista, allora, il punto-chiave diventa: visto che il passaparola sta diventando progressivamente insufficiente, come rendere altrimenti individuabili le mie particolari competenze?
E qui arriviamo al terzo punto: all’aumento di bisogno di entrare in contatto con i potenziali clienti corrispondono le ampie possibilità che la rete Internet ci mette a disposizione.
Oggi è possibile integrare facilmente le forme tradizionali di personal branding con nuove modalità offerte dalla rete Internet; essa ha introdotto una rivoluzione nella comunicazione tra soggetti abbattendo barriere e innalzando la possibilità di raccogliere informazioni.
In passato i professionisti hanno comunque sempre fatto del marketing personale in modo, secondo me, molto rudimentale, però i fenomeni che ho indicato li spingono per necessità verso un approccio maggiormente strutturato, come farebbe una qualsiasi azienda.
Perciò vedo molto favorevolmente che un professionista che vive il nostro tempo utilizzi gli strumenti più adatti per fare del marketing di sé stesso. Più che una possibilità lo vedo come una necessità.
Dal punto di vista della fase d’ideazione del piano di marketing personale non vedo grosse difficoltà: in sostanza, si tratta di riflettere bene su cosa si sa fare e a chi lo si vuole proporre.
Identificare i motivi per cui un cliente dovrebbe scegliere noi al posto di un competitore. Fatto il piano, gli strumenti necessari sono facilmente individuabili, le capacità tecniche necessarie sono di basso livello, i costi bassi.
Si tratta di scegliere, tra le numerosissime opzioni disponibili, quelle più coerenti con il proprio progetto individuale.
Il vero ostacolo, a mio modo di vedere, è rappresentato dalla gestione.
Per esempio, la mia attività comporta la presenza assidua presso i miei clienti e un forte coinvolgimento nelle attività operative; credo che questo sia il modo più comune di lavorare della maggior parte dei professionisti.
E allora si pone la questione di quanto tempo e quante energie il professionista può dedicare al proprio marketing personale.
Se realizzare un sito web promozionale (un sito-vetrina) può comportare un investimento di tempo limitato, ben diverso è se uno degli strumenti scelti per il proprio marketing personale è un blog o una newsletter che, ovviamente, richiedono un’attività costante e di qualità per portare a dei risultati.
Perciò io credo che sia molto importante per un professionista trovare un punto di equilibrio, un giusto compromesso, tra la soluzione ideale e quello che potrà realisticamente sostenere.
Un piano di marketing personale concreto, da implementare accuratamente, senza creare false aspettative negli interlocutori; credo che non ci sia nulla di peggio che deludere le attese una volta che le si è destate.

Quali strategie e strumenti utilizzi normalmente nelle tue attività di self marketing e promozione ?

Cerco di mettere in pratica il compromesso di cui parlavo prima.
La mia strategia è molto semplice e di basso profilo; è un processo che si evolve continuamente. E’ iniziata con un approccio tradizionale (le relazioni pubbliche, la partecipazione ad eventi, i contatti con i potenziali partner, …) e si è estesa, da qualche anno a questa parte, all’utilizzo degli strumenti Internet, cercando di cogliere l’opportunità offerta dalle tecnologie.
Prima di tutto, ho scelto che la mia presenza sul web riguardasse rigorosamente solo l’aspetto lavorativo; separare nettamente la vita professionale da quella privata è stata una decisione che consiglio a tutti anche se, su questo punto, so che ci sono opinioni diverse e, magari, sarebbe anche interessante aprire una discussione.
Io credo che a un mio potenziale cliente non interessi nulla (e non debba interessare nulla) se io amo la montagna o il mare o la musica lirica; altri preferiscono rendere pubblici tutti gli elementi che li caratterizzano come persona.
Sono presente in vari professional network. Quello che preferisco è LinkedIn che considero il migliore anche alla luce delle ultime evoluzioni della piattaforma (possibilità di aggiungere applicazioni, gruppi, …).
Sono comunque presente anche in Viadeo, che ho verificato essere piuttosto attivo, Xing e Plaxo.
In tutti questi network sono iscritto a vari gruppi ma, al momento, non svolgo in essi un ruolo attivo per mancanza di tempo; quando posso leggo le discussioni e a volte (molto raramente) intervengo.
Ho una mia pagina su Facebook (dove ho conosciuto Stefano Principato): ne faccio uso per postare articoli ed informazioni che raccolgo dalla rete e che hanno attinenza con la mia attività professionale o che sono interessanti per me (e spero per altri).
Trovo che sia uno strumento molto utile e potente come aggregatore di conoscenze e notizie da varie fonti: questo è l’unico luogo dove, ogni tanto, metto qualche cosa di non strettamente professionale.
Ho un mio sito personale incentrato su “chi sono-a chi mi rivolgo-cosa faccio-casi di successo”: è una semplice vetrina senza alcuna interattività fatta eccezione per il classico contact form.
Vi pubblico anche, sotto la label documenti, dei white-paper, delle ricerche, degli studi che trovo in rete o che ricevo tramite newsletter che mi sembrano interessanti.
Deposito il tutto Scribd, un ottimo servizio di condivisione dove chiunque può consultarli.
Infine ho chiuso recentemente, dopo un anno di sperimentazione, il mio account su Twitter perché di fatto non lo utilizzavo mai; secondo me Twitter è molto adatto a chi è sempre in mobilità ma questo non è il mio caso e comunque non sento la necessità di avere contatti immediati di tipo social, anche se questa sembra essere l’ultima tendenza.
Come dicevo la mia strategia è in divenire; in particolare sono conscio che dovrei fare molto di più per sviluppare seriamente la mia auto-promozione sul web, ma sono altrettanto consapevole che il tempo e la costanza da dedicare a queste attività sono per me limitati.
Perciò sono stato costretto ad adattarmi a un compromesso e penso spesso alle evoluzioni future, che potrebbero essere:
• aprire un blog,
• partecipare attivamente ai gruppi o crearne uno mio,
• implementare una newsletter per i miei potenziali clienti come attività connessa a un sistema di Crm personale.
Quello che per me è oggi importante è selezionare i miei interlocutori; passare da un marketing personale di massa (essere sul web in maniera indiscriminata) a un marketing molto selettivo, quasi one-to-one.

Qual è a tuo parere l'errore assolutamente da evitare nella propria promozione on line ?

Credo che gli errori più gravi siano due.
Il primo è quello di promuovere un’immagine sul web contraddittoria. Oggi noi tutti siamo letteralmente bombardati di informazioni; questo ci porta, per evidente mancanza di tempo, a prendere decisioni sulla base di prime impressioni o addirittura di pregiudizi.
Tutto si risolve in tempi brevissimi e abbiamo bisogno, per decidere, di poche informazioni ma molto chiare.
Se queste informazioni sono contrastanti, il potenziale cliente si disorienta e la sua attenzione passa immediatamente ad altro anche se potenzialmente ci potrebbero essere le condizioni per un interesse concreto.
L’altro errore che desidero sottolineare (e lo dico anche a me stesso) è l’incostanza.
Ci sono persone in rete che per un certo periodo sono molto attive; poi, improvvisamente, scompaiono perché si verificano altre priorità.
Questo comportamento genera nei contatti un senso di precarietà e di sfiducia; in un certo modo, si diventa ai loro occhi inadempienti e quindi inaffidabili.
E nessuno affida un lavoro a chi considera (magari inconsciamente) inattendibile; semplicemente lo cataloga tra quelli da non prendere in considerazione.

Che suggerimenti daresti a chi volesse incrementare la propria visibilità?

Credo che la cosa fondamentale da fare sia un assessment iniziale nel quale chiarire molto bene cosa si sa fare, cosa si vuole fare e se nel mercato esistono delle opportunità negli ambiti identificati.
Se queste idee sono chiare, tutto il resto viene di conseguenza.
Prima di tutto pensare e sviluppare un piano strategico personale per poi passare alla sua implementazione.
Suggerisco una strategia dei piccoli passi perché la rete va conosciuta progressivamente nelle sue potenzialità e va utilizzata in funzione degli obiettivi stabiliti, a valle dell’assessment, che possono però modificarsi in divenire dopo le prime esperienze. Prudenza, quindi.
E’ importante avere sempre in mente la salvaguardia della propria reputazione on-line.
Vanno anche misurati costantemente i feed-back delle azioni attivate, in modo da innescare un circolo virtuoso all’interno del quale gli strumenti e i meccanismi vengano sempre più affinati.
Inizierei dai professional network cercando di partecipare attivamente alle discussioni dei gruppi interessanti.
Consiglio di essere sempre positivi e affidabili: rispettare le opinioni degli altri senza rinunciare alle proprie.
Sapere ascoltare è importante: non parlare solo di se stessi, non essere autoreferenziali. Mettere a disposizione degli interlocutori le proprie competenze con entusiasmo.
Non dimenticarsi mai che chi ci chiede qualcosa lo fa per soddisfare un suo bisogno ed è importante fornirgli delle risposte: se ne ricorderà.



Enrico Tonetto: sono laureato in ingegneria e ho sviluppato una solida esperienza di marketing e commerciale in aziende ICT, multinazionali e italiane.
Faccio il Consulente ed il Temporary Manager nelle aree commerciale, vendite e marketing e, fondamentalmente, progetto e realizzo piani di sviluppo.

I miei clienti sono Pmi attive nel settore Ict e tecnologico, solitamente localizzate nel Nord-Est dell’Italia; ad esse fornisco un supporto strategico e operativo flessibile, di qualità e accettabile in termini di costi e tempi per permettere loro di acquisire vantaggi competitivi concreti.

lunedì 12 luglio 2010

Il marketing personale come strumento per la carriera e il business


La presentazione del mio intervento del 9 luglio al SIDEcamp organizzato dalla Filas Lazio e dall'Università LUISS.
Una ottima occasione per me per fare il punto della situazione. Peccato invece per il mancato confronto con gli altri, causato da un affollamento eccessivo di interventi e dai tempi ridottissimi. Sarà per un'altra volta.

domenica 11 luglio 2010

Quando lavorare da casa fa la differenza



Se lavorare da casa non è una idea nuova, certamente lo è farla diventare parte della strategia di differenziazione di una città. “Think outside the office” è infatti lo stimolante video promozionale del Calgary Economic Development per sostenere le nuove forme di lavoro a distanza e da casa.

Qui un interessante paper sui benefici connessi con le nuove forme del lavoro a distanza.

Diventerà sempre più una modalità diffusa? Che cosa ne pensate?


via

venerdì 9 luglio 2010

Il marketing personale secondo Enrico Ratto


Quattordicesimo confronto "a distanza" sul marketing personale. Quattro domande a colleghi ed amici professionisti. Oggi è la volta di Enrico Ratto.


Quanto ritieni sia importante oggi un approccio strutturato al marketing personale per un professionista?

Credo che il marketing personale sia sempre stata una delle priorità del professionista. Di solito si dice "prima non esisteva la definizione", tuttavia penso che ciò sia vero ma riduttivo.
Il punto, piuttosto, è che le relazioni di un professionista, un manager, un imprenditore, prima di internet erano codificate in modo chiaro, spesso gerarchico, per cui ognuno poteva fare marketing di sè stesso muovendo leve note, definite, codificate.
In una struttura verticale classica, come può essere una grande azienda, non dico che non fosse dura far passi avanti, ma erano note le variabili su cui agire.
Oggi, il web ha accentuato l'entropia dei rapporti, che poi è una delle cose più stimolanti del web.
Ognuno di noi si trova di fronte ad un punto di domanda quando scrive un nuovo contenuto sul suo blog, quando risponde ad una discussione sul social network professionale, quando decide di accettare l'amicizia di un collega, ad un superiore o ad un concorrente.
Le regole sono saltate, e in questo sano disordine è fondamentale strutturare una strategia, trovare un denominatore comune delle propria personalità per parlare agli interlocutori.

Quali strategie e strumenti utilizzi normalmente nelle tue attività di self marketing e promozione?

Innanzitutto ho scelto di tenere un blog all'interno della mia azienda, ospitato sullo stesso dominio.
Questo per dare chiarezza alla mia comunicazione, essere trasparente sulle mie intenzioni, dare un'evidenza al mio ruolo.
Su questa scelta ho ragionato a lungo, con colleghi e collaboratori: puoi fare cultura disinteressata nello stessa piazza in cui fai business?
Poi si è posta una seconda questione: oltre alla mia attività consulenziale, sono un giornalista proprio nel settore imprese e business, il rischio del conflitto di interessi era evidente: anche qui, ho deciso di esplicitare i miei ruoli professionali, e a seconda dello spazio in cui scrivo ho scelto di rendere sempre evidente il mio ruolo in quel momento.
Diciamo che queste sono domande e dubbi che nascono all'interno della realtà italiana, poco articolata, abituata a relazionarsi con "una persona-un ruolo".
In realtà più dinamiche, più ricche di opportunità, è accettato - anzi è considerato un valore aggiunto - il fatto di poter aver più ruoli nella stessa società, nella stessa vita.

Qual è a tuo parere l'errore assolutamente da evitare nella propria promozione on line?

La mancanza di chiarezza, soprattutto sul lungo periodo: parlo di mesi, di anni.
E' facile approcciare una persona, un'azienda, un qualsiasi portatore di interesse, e sostenere la conversazione qualche giorno, qualche email.
Ma essere coerenti, affidabili, chiari verso i propri interlocutori e reggere alla prova del tempo, è fondamentale per crearsi una vera reputazione.
L'errore tattico è "chiedere", fare marketing personale in modalità "push": penso che qualsiasi tipo di business, personale o aziendale, con un minimo di intelligenza e audacia, possa essere visto da angolature che permettono di essere interpellati, richiesti per le proprie competenze, piuttosto che chiedere.
Questo non significa evitare di "proporre", anzi, ma penso che sia chiara l'accezione che do al termine "chiedere".

Che suggerimenti daresti a chi volesse incrementare la propria visibiltà?

Individuare e agire sulla "coda lunga" delle proprie caratteristiche personali.
Tutti siamo "brillanti" o "riflessivi", "molto onesti" o "capaci a risolvere i problemi", "capaci di concentrazione" o "grandi innovatori".
Ma queste sono caratteristiche inflazionate, ti gettano nel pieno della competizione.
Perchè non valorizzare quelle caratteristiche di nicchia (ciò non significa "stravaganti"), agire su capacità realmente distintive, anche se poi attireranno l'attenzione di un numero limitato di persone.
"Quella persona è molto brava nella realizzazione di video-seminari" non significa essere "brillanti in pubblico".
Bene: realizza video seminari, postali sul web, e rifiutati di apparire in pubblico se non ti si tratta di un video-seminario, perchè non è il tuo campo, faresti solo confusione e brutte figure.
Conosco molti professionisti che lo hanno capito: non esporsi se non è il campo in cui puoi funzionare davvero.
Analizzare le situazioni sia in positivo - quando si tratta di valorizzare - sia in negativo - quando si tratta di evitare una partecipazione (ad un blog, ad una discussione on line, ad un incontro, ad un progetto di lavoro comune).
In questo modo, più che incrementare la visibilità, la focalizzerete.



Enrico Ratto è un giornalista e libero professionista, consulente per CPL in progetti di eCommerce e Direttore Responsabile di Eccellere Business Community.

giovedì 8 luglio 2010

Il marketing personale secondo Daniele Vinci


Quattro domande a colleghi ed amici professionisti. Tredicesimo confronto "a distanza" sul marketing personale. Oggi incontriamo Daniele Vinci.

Quanto ritieni sia importante oggi un approccio strutturato al marketing personale per un professionista?

Viviamo in un contesto overbranding, l’orientamento per le persone è diventato indispensabile.
Negli ultimi tempi ci siamo accorti che il valore della persona supera quello aziendale.
L'azienda diventa contenitore di valore.
Di conseguenza per un professionista che svolge attività di impresa, o di consulenza, è importante saper gestire la propria reputazione che è quella che ne determina il valore, a maggior ragione se si ha un'attività di impresa.
Fare marketing personale è un’attività delicata perchè mettere in gioco la propria reputazione significa scommettere su se stessi.
La cosa positiva di ciò è che chi intraprende un percorso di marketing personale sta più attento a non commettere errori perchè rischiando "la reputazione" del propria persona non ha molte altre chance da giocare in caso di fallimento in quel settore.
Il mio consiglio è quello di non sottovalutare il potere del personal marketing.
Per strutturare un piano di marketing personale è richiesto tempo, pazienza e dedizione. Ci vuole professionalità e molta bravura nell’approccio ai rapporti interpersonali.
Conoscere gli strumenti ed utilizzarli seguendo una strategia.

Quali strategie e strumenti utilizzi normalmente nelle tue attività di self marketing e promozione?

Io ho cominciato mentre ero all'Università nel 2006 circa, grazie a Stefano Epifani (allora mio docente) e blogLab: da lì nasce il mio primo blog "studentefreealance" (colui che impara in ogni contesto, questo è il significato), come strumento di relazione con chi utilizzava il web.
Mi sono reso conto presto delle enormi potenzialità di utilizzare il web come desk per mettere in condivisione il proprio pensiero.
Da allora ho iniziato ad interessarmi sempre di più alle pratiche web.
L'errore che spesso commettono tutti è che si pensa che per utilizzare il web sia necessario essere esperti informatici. La mia esperienza dice il contrario.
Io non conoscevo neanche una lettera del codice html, avevo solamente tanta voglia di imparare e avere la possibilità di mettere in mostra le mie capacità. Ho iniziato ad utilizzare costantemente forum, blog, social network, piattaforme di microblogging.
Ho imparato a fare la selezione di ciò che mi è utile e cosa non lo è.
Attualmente utilizzo Facebook, Twitter, Friendfeed, Meemi, forum, blog, aggregatori di notizie come Oknotizie, Wikio, Liquida.

E' necessario avere consapevolezza delle proprie azioni nel web:
Facebook è un ottimo amplificatore per via dei grandi numeri, e per tale motivo consiglio di stare molto attenti a ciò che si pubblica sul proprio profilo.
In più permette di conoscere persone in base ad interessi comuni o la stessa professione.
E’ così che ho avuto modo di conoscere Stefano Principato.

Twitter è un luogo di scambio diretto, come una "sala" conversazioni.
Pochi caratteri e facilità di discussioni, talvolta accese. Quando è nato ha subito avuto un grande incremento di iscrizioni, attualmente se ne fa un uso più moderato, almeno in Italia, e non sempre è utilizzato correttamente.

FriendFeed è un’altra piattaforma di microblogging che permette facilmente di condividere video, immagini e naturalmente anche un testo senza però limiti di lunghezza.

Meemi.com è una community “made in Italy” che sfrutta una piattaforma di microblogging, divertente, molto social (nel vero senso della parola),una community diversa dalle altre a mio avviso.
Un esempio? L’altra volta avevo bisogno di una “consulenza informatica” DURANTE LA PARTITA DELL’ITALIA AI MONDIALI e ho ricevuto 5, e dico cinque, consulenze diverse in tempo reale.
In più, come ho avuto modo di scrivere è l’unica piattaforma di social networking, che conosco, in cui hai la possibilità di scrivere al suo creatore ed avere la risposta in tempo massimo 10 secondi!

I Forum nonostante abbiano perso popolarità ritengo siano un ottimo strumento per avere conoscenza di molte cose tecniche che governano il web ed in più se utilizzati correttamente, offrendo informazione, danno la possibilità di farsi conoscere come esperti del proprio settore

Il Blog è personalmente un biglietto da visita profondo. Dove, volendo, si può tracciare un profilo della persona che lo scrive. Io attualmente utilizzo più blog, sto appunto costruendo una rete di blog personali.
Partendo da Studentefreelance, il primo blog che ho creato, che adesso è diventato Daniele Vinci … alle prese con il marketing quotidiano.
Comunikafood che tratta il tema del marketing nel settore food. In più scrivo su altri blog che scrivo ospitati da piattaforme come Vinix, un social network di produttori di vino e Comunitazione che è la prima e più grande community sul mondo della comunicazione e del marketing.
Gli aggregatori, ritengo, siano uno strumento poco utilizzato ma che offrono un buon posizionamento sui motori di ricerca. Io utilizzo spesso Oknotizie, Wikio, e Liquida.
Utilizzo invece meno Delicious, anche se ritengo che in ambito internazionale sia molto utile perché largamente utilizzato fuori dall’Italia.
Esiste anche Linkedin come strumento di relazione tra professionisti, una specie di “forum” professionale. Io lo l’ho usato raramente, fino a qualche tempo fa avevo un problema che non permetteva di connettermi facilmente a causa del router e dei pacchetti di dati, questo ha determinato il mio poco interesse verso questo strumento. Ma poi grazie ai forum ho risolto, come dicevo prima i forum specialistici forniscono le risposte a quasi ogni tipo di problema.

Qual è a tuo parere l'errore assolutamente da evitare nella propria promozione on line?

E’ sbagliato fornire solo informazioni personali e non condividere informazioni di altri, abbiamo ancora l'abitudine a pensare come un broadcasting.
Essere arroganti della propria visione dei fatti. Non accettare le critiche.
Scrivere informazioni "intime" sui social network pensando di stare al bar con gli amici.
Essere volgare nel linguaggio: va bene essere spontanei ma esiste anche il buon senso.

Che suggerimenti daresti a chi volesse incrementare la propria visibilità?

Il suggerimento migliore è sempre quello di invitare ad iniziare ad utilizzare gli strumenti quali blog, socialnetwork e microblogging in maniera coordinata e con una strategia.
Non credere che esistano dei "guru" da seguire e che il loro "verbo" sia unico ed insindacabile. Anzi, a volte stimolare la conversazione ponendo il proprio punto di vista, anche se contrario, può essere un buon modo per essere "presenti" nel web.
Ci sono persone con maggiore esperienza del web ed altri che utilizzano informazione riciclata per proporsi come esperti. ATTENZIONE!
Il web è strutturato come una rete, ma la sua particolarità sta nel fatto che all'interno di questa rete assume maggiore rilevanza chi ha maggiore quantità di link verso il proprio sito. Diventa quindi banale pensare che se uno è famoso offline è molto probabile, per questione di poca conoscenza della rete da parte di molti, che anche nel contesto online avrà una quota di rilevanza molto elevata a causa della sua notorietà e quindi dei vari link di riferimento. Allo stesso modo se un blogger comincia ad avere ascolti e link verso di lui è molto probabile che qualche "società di informazione" compri la sua "rilevanza".
E’ per questo importante avere la giusta conoscenza del web, non per sovvertire questa regola, assolutamente, ma per avere la capacità di comprendere che è quanto mai inutile e poco vantaggioso seguire i "leader" del web compiacendo alle loro opinioni e linkandoli pensando di avere in cambio notorietà.
E' molto più utile, come dicevo prima, esprimere il proprio disappunto, se motivato, per avere più attenzione.
Per incrementare la propria visibilità è senza dubbio necessario essere originali.
Poi si può scegliere di trattare un tema "popolare" o un tema "specifico": ciò che premia è solo l'originalità nel modo di raccontare.
Chi frequenta il web non ha voglia di "sapere" ma di "conoscere".
La distinzione sta nel fatto che il web, come piattaforma, attualmente non è ancora in grado di fornire formazione a 360 gradi; è più reale pensare che il web, come un contesto, che attualmente offre la possibilità di "conoscere persone" ed attraverso loro instaurare un rapporto professionale, o di conoscenza, per avere maggiore informazione.
Questa intervista/collaborazione tra me e voi ne è la prova!
Altrimenti continueremo a seguire "i soliti" punti di vista da chi "produce" informazione per lavoro.





Daniele Vinci: mi sono specializzato in marketing e comunicazione alla Sapienza di Roma
Ho fatto un Master in Comunicazione d’Impresa presso l’Università di Siena.Collaboro da 4 anni con il portale Comunitazione.it, dove mi occupo di trattare i temi del marketing e della comunicazione.
Gestisco un blog dove appunto i miei pensieri sul mondo del marketing.
Attualmente non ho un lavoro fisso e molto probabilmente tra non molto andrò ad incrementare il numero delle statistiche sulla fuga dei cervelli all’estero.
L’ultima mia collaborazione professionale ha contribuito all’ideazione e la realizzazione di Pmicamp, il primo barcamp per le pmi che si è svolto a Siena a giugno 2010.

mercoledì 7 luglio 2010

Quante identità digitali hai?


Quante identità hai on line? E nei tuoi profili quali informazioni condividi?

Ecco un info-grafico di Gigya che illustra il modo con cui viene veicolata la propria identità sui principali social network.


Clicca sulle immagini per ingrandirle.


E tu quale approccio usi per veicolare la tua identità on line?


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martedì 6 luglio 2010

Personal web tools per la conoscenza


Una chiara e semplice mappa degli strumenti utili ai tre momenti fondamentali della generazione, della condivisione e della organizzazione dei contenuti pubblicati da Steve Wheeler.

Gli strumenti offerti dal web generano anche nuove forme di apprendimento e di condivisione delle conoscenze per l'auto-formazione e la formazione collaborativa.



Che cosa ne pensate? Quali strumenti utilizzate abitualmente?

lunedì 5 luglio 2010

Lentamente muore



Una bella animazione realizzata da Pietro Coco per Userfarm, la prima piattaforma europea di crowdsourcing audiovisivo.

Qui il testo completo della famosa poesia.


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giovedì 1 luglio 2010

Quanto sai realmente su di te?


La finestra di Johari è un utile schema che ci aiuta a conoscerci meglio attraverso una riflessione sul processo di interazione umana.
Nel modello ogni persona è rappresentata da una propria finestra.
Non possiamo realmente comprendere la nostra personalità, ma solo quello mostriamo all’esterno.

Nello schema ci sono 4 stadi di conoscenza su di noi:

Aperto: quello di cui siamo consapevoli e di cui parliamo spesso e volentieri. E’ l’area della condivisione, di ciò che, ad esempio, pubblichiamo sui blog e sui social network per condividerlo con i nostri amici e follower.

Segreto: il campo nascosto ovvero ciò che sappiamo su di noi ma che non riveliamo a nessuno. E’ l’area della privacy, di ciò che non è necessario o utile far conoscere o diffondere all’esterno.
Riflessione: C’è qualcosa in particolare che non vuoi far conoscere fuori?

Cieco: ciò che non sappiamo o vediamo di noi stessi, ma che risulta chiarissimo agli altri. Magari pensiamo di esprimerci in modo chiaro, ma siamo percepiti in modo totalmente diverso. E’ l’area del feedback, di come siamo vissuti e visti all’esterno.
Riflessione: Perché non chiedere a qualche amico o collega come ci percepisce?

Ignoto: nessuno può dire di conoscersi realmente nel profondo. Siamo più complicati di quanto crediamo. E’ l’area del potenziale sconosciuta a noi e agli altri. Ogni tanto qualcosa affiora in superficie come ad esempio nei sogni. A volte può essere utile o necessario approfondirla con il supporto di esperti professionisti.


Che cosa ne pensate?
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