lunedì 28 giugno 2010

La rivoluzione dei social media in 13 video



13 video per comprendere i cambiamenti nel modo di comunicare, fare networking, sviluppare business indotti dallo sviluppo e dalla diffusione dei social network.

Buona visione.























venerdì 25 giugno 2010

Did you know?



Did you know? Human Capital Edition: come le tecnologie stanno cambiando il mondo del lavoro.

Sotto l'ultima versione della serie Shift Happens pubblicata da xplane.
Tutte le precedenti versioni sono disponibili sul wiki dedicato.

giovedì 24 giugno 2010

Il marketing personale secondo Luciano Cassese


Dodicesimo confronto "a distanza" sul marketing personale. Quattro domande a colleghi ed amici professionisti. Oggi incontriamo Luciano Cassese.

Quanto ritieni sia importante oggi un approccio strutturato al marketing personale per un professionista?

Molto! Se vogliamo dare un voto in una scala da 1 a 10 possiamo dire che la rilevanza del MKT personale ha un peso sul proprio successo professionale pari ad 8.
In questa sede io faccio riferimento alla nozione di Marketing in generale e non alla sola promozione personale.
Fino a qualche anno fa i nostri genitori e i nostri professori ci insegnavano che il titolo di studio e il voto conseguito rappresentavano l'unico fattore discriminante del nostro successo personale.
Oggi però non è più così. Le scelte fatte quando si era giovani e i titoli di studio che sono stati ottenuti, rappresentano nel migliore dei casi solo il presupposto (necessario e non sufficiente) per competere nei ruoli e nelle posizioni aperte sul mercato.
Le professionalità cambiano di continuo ed oggi è anche più difficile progettare un percorso di studio prevedendone il successo.
Ad esempio chi oggi si iscrive ad ingegneria non può essere sicuro che tra 5 anni il mercato del lavoro esprimerà la stessa domanda di ingegneri di oggi, e la stessa cosa si può dire di tutte le altre professionalità.
Oggi siamo tutti costantemente sul mercato, anche chi ha un contratto a tempo indeterminato o esercita una professione tradizionale e codificata come quella dell’avvocato, del dentista, dell'ingegnere etc etc.
Esistono solo poche nicchie di immobilità, determinate dalla sopravvivenza, e dalla forza di alcune corporazioni (es. i notai).
Se consideriamo come prospettiva temporale tutto l’arco della vita di un lavoratore, ci rendiamo conto che non esiste più un "tempo della scuola", un "tempo del lavoro e della carriera" e un "tempo della pensione", diversamente da quanto avveniva negli anni '60 e '70.
Tutti ci ritroviamo a vivere alternando periodi di "studio", "lavoro" e "brevi pensionamenti".
Dal mio punto di vista quindi oggi per avere successo occorre definire ed implementare una strategia di "Mkt mix Personale" in un ottica di processo (continua e costante), investendo su di se con la formazione (definisco il prodotto e ne curo la qualità), studiando i bisogni di mercato e l'offerta che riusciamo a realizzare (posizionamento), ed infine identificando canali di comunicazione e strumenti per la gestione delle relazioni ottimali in relazione al proprio budget.
Quindi intendendo per "MKT personale" la capacità di definire i servizi professionali che si offrono sul mercato del lavoro e la capacità di promuoversi e costruire solidi legami e relazioni e di identificare il proprio posizionamento e la propria nicchia di mercato, mi sento di sostenere che il MKT personale incide per oltre l’80% sulle possibilità di successo
dell’individuo.
Altri fattori come il ceto sociale, il titolo di studio, l'ambiente, il territorio, e le competenze pregresse, influiscono per una parte davvero marginale sulle opportunità di successo di un individuo.

Quali strategie e strumenti utilizzi normalmente nelle tue attività di self marketing e promozione?

Personalmente utilizzo 4 strumenti/tecniche per promuovere le mie attività professionali:
1. CRM: cerco di incrementare le attività che svolgo con ogni cliente pregresso.
Curando la qualità dei servizi svolti posso chiedere di aumentare la quantità di commesse
- Peso in termini incidenza sul tempo complessivo dedicato alle attività di promozione: 10%
- Risultati in termini di crescita del fatturato anno precedente 10%
2. Web MKT: attraverso un blog e il sito della società promuovo le attività e le competenze personali.
- Peso in termini incidenza sul tempo complessivo delle attività di promozione: 45%
- Risultati in termini di crescita del fatturato anno precedente 5%
3. Lavoro associativo: Frequentazione associazione professionale promozione di occasioni di incontro da vivo tra professionisti ed esperti.
- Peso in termini incidenza sul tempo complessivo delle attività di promozione: 40%
- Risultati in termini di crescita del fatturato anno precedente 5%
4. Buzz MKT ovvero “Sfruttare il passaparola” chiedendo ai propri clienti contatti e referenze. Economico. Basta una semplice domanda: “Conosci qualcuno che….vorrebbe fare…..?” .
- Peso in termini incidenza sul tempo complessivo delle attività di promozione: 5%
- Risultati in termini di crescita del fatturato anno precedente 5%

Qual è a tuo parere l'errore assolutamente da evitare nella propria promozione on line?

Per quel che è la mia esperienza on line posso dire che gli errori più comuni sono 2:
1. Definizione non ottimale prodotto offerto in termini di area di attività e professionalità. E' importante saper rispondere alla domanda: Cosa offri? Di cosa ti occupi? Quale obiettivo persegui con la presenza on line? Non si può pensare di promuoversi se non si sa ancora bene cosa si vuole fare.
2. Valutazione costi benefici assente. Promuoversi on line richiede tempo. Tanto tempo per ottimizzare i propri sforzi e renderli produttivi periodicamente occorre fermarsi e fare il punto della situazione per valutare quali sono le attività che portano un risultato e quali no. Può capitare di dover chiudere un sito, o sopprimere un progetto di blog che non porta risultati.

Che suggerimenti daresti a chi volesse incrementare la propria visibiltà?

- Primo e fondamentale passo: Definire con chiarezza il proprio prodotto e il proprio posizionamento.
- Secondo: Condividere informazioni per farsi conoscere.
- Investire nella produzione di un Blog professionale con una grafica semplice ma gradevole.
- Usare strategicamente i social Network, promuovendosi come una persona positiva seria ed affidabile.
Da evitare nel modo più assoluto di pubblicare foto ed immagini non coerenti con una immagine professionale su tutti i social network (Fb in primis).
- Utilizzare l’article marketing.
- Sfruttare il buzz marketing, costruire coltivare, una propria rete di contatti e relazioni. Chiedere su internet o di persona: "ciao! conosci qualcuno che ha bisogno di una consulenza in.... " non costa nulla!


Luciano Cassese si formato negli ambienti del volontariato, dove, impegnato in una esperienza decennale nell’educazione dei ragazzi, ha fatto della formazione la sua passione principale. Laureatosi in scienze politiche nel 1997 ha completato la sua formazione con un Master in economia internazionale ed oggi è docente abilitato di Diritto ed Economia, Formatore e Web designer.
Da oltre dieci anni è formatore ed esperto di comunicazione. Ha maturato esperienze in progetti su commessa pubblica e privata, collaborando come professionista con imprese di differenti classi e dimensioni.
Le sue aree di competenza come formatore sono: Marketing, Web Marketing, Comunicazione e vendita, Motivazionale, Orientamento.
Nel 2008 crea il sito Professione Formatore, editoriale di formazione e sito di condivisione di risorse. Dal 2009 è il presidente dell’Associazione Formatori Professionisti, associazione di categoria a carattere mutualistico fondata sul principio della condivisione della conoscenza.

mercoledì 23 giugno 2010

8 funzioni per il consulente in una impresa



Riflettendo sull'esperienza quotidiana, mia e di altri consulenti, ho provato a classificare 8 delle funzioni/ruoli che un consulente può svolgere all’interno di una azienda cliente.

Queste funzioni derivano dal come è vissuta la consulenza in azienda più che da una reale scelta del consulente di assumerle.

Le variabili chiave che ho individuato riguardano il grado di autonomia o di dipendenza nelle svolgimento dei propri compiti e la funzione progettuale o più meramente esecutiva nell’ambito del proprio incarico.

Per capirne un po' di più:

L’Apripista
E' il ruolo più interessante ma anche il più difficile per un consulente. Significa avere piena delega e sostegno dall'azienda per aprire nuove strade, iniziare nuovi percorsi, esplorare nuovi orizzonti e progettare in autonomia. E' una funzione ambiziosa e ricca di stimoli, passaggio importante nel percorso professionale del consulente.

Il Facilitatore
E' il ruolo di colui a cui viene richiesto di aiutare l'azienda cliente nel percorso di cambiamento e di adeguamento a nuovi scenari. E' un ruolo di sostegno nella gestione delle dinamiche che viene svolto in piena autonomia e con una delega forte da parte dell'azienda.

Il Termine di paragone
In questo caso la funzione del consulente è di essere un benchmark, uno stimolo al percorso e ai processi di innovazione e di cambiamento anche se su dei binari in qualche modo definiti dall’azienda cliente. Il consulente è una sorta di "sparring partner", di termometro del percorso intrapreso.

La Voce del Padrone
E' quanto viene di norma richiesto ai consulenti dalle aziende medio-piccole.
Il consulente è inteso come portavoce delle istanze della proprietà o dei vertici aziendali e serve a garantire lo sviluppo del percorso. La criticità sta nella relazione con il personale interno coinvolto nei processi per garantire una reale implementazione di quanto è necessario fare.

Il Parafulmine
E' un ruolo di mediazione tra le istanze di diverse aree aziendali o di diversi manager coinvolti nel processo consulenziale. E' una posizione delicata che presuppone un grande equilibrio e una "adeguata “protezione”, in termini di delega, dai vertici aziendali.

Il Corpo estraneo
E' il caso del consulente imposto dalla proprietà o dai vertici aziendali. La criticità è duplice: da un lato il livello di stress personale, dall'altro la difficoltà di relazionarsi da questa posizione con le altre risorse interne dell’azienda e riuscire a garantire lo sviluppo del percorso consulenziale.

Il Vaso di Coccio
E' un ruolo difficilissimo da gestire. La richiesta di svolgerlo presuppone la mancanza di una reale volontà di utilizzare la consulenza. In realtà il consulente viene scelto più per necessità che per convinzione e i compiti che gli vengono affidati sono sostanzialmente esecutivi. L’intervento richiesto è quasi sempre una sostituzione di una posizione da manager, senza avere però né il riconoscimento del ruolo nè l’appoggio reale dei vertici aziendali.

Il Capro espiatorio
La vera "mission impossible". L’azienda cerca una figura del genere per fronteggiare situazioni di difficoltà o emergenza. Il consulente viene incaricato di funzioni "magiche" e gli viene affidata una mole notevole di compiti esecutivi da svolgere normalmente in brevissimo tempo.
Il conseguente inevitabile fallimento o esito non positivo delle sue attività centrerà però l'obiettivo del cliente di evitare il confronto e l’eventuale resa dei conti all’interno dell’azienda scaricando sul consulente tutte le responsabilità.

Clicca sull'immagine per ingrandirla.

Vi è mai capitato di vivere qualcuna di queste funzioni nella vostra vita professionale. Parliamone.

martedì 22 giugno 2010

Le 4F delle relazioni on line



Ho provato a riassumere in una slide 4 modi possibili di relazionarsi on line: l'estraneo (foreign), il seguace (follower), il tifoso (fan), l'amico (friend).

All'inizio la nostra comunicazione è rivolta nella maggior parte dei casi a degli estranei per farci conoscere e ricevere attenzione attraverso la condivisione e la pubblicazione di nostri contenuti e la segnalazione dei contenuti di altri.

Pian piano cominciamo ad avere dei follower che ci iniziano a seguire e tornano magari spesso a vedere gli aggiornamenti del nostro blog o del nostro profilo sui vari social network.

Attraverso la qualità dei contenuti, la nostra capacità di condividere temi interessanti e di creare interesse sulla nostra attività on line qualcuno comincia a diventare nostro fan e a segnalare o condividere a sua volta i nostri contenuti.

In alcuni casi, invece, riusciamo a stabilire una relazione di friendship attraverso magari un commento diretto o una richiesta di approfondimento o la partecipazione ad una conversazione on line.

Ovviamente non tutte le relazioni che stabiliamo on line diventano reali relazioni di amicizia professionale utili al business. Però via via con il tempo inizia un processo di selezione delle persone che vengono a conoscenza e seguono la nostra attività.

Tale processo permette di entrare in relazione con quelle persone che realmente possono essere interessate ad avere un rapporto con noi. Ciò è indubbiamente condizionato non solo dal nostro campo di attività professionale, ma anche dal nostro modo di essere e di relazionarci on line.

Con la linea continua ho tracciato la possibile evoluzione della modalità, mentre la linea tratteggiata indica una potenzialità minore di passaggio da una modalità all'altra.

Clicca sull'immagine per ingrandirla.

Che cosa ne pensate? Ulteriori riflessioni sul tema?

lunedì 21 giugno 2010

4R Strategie per trovare clienti


Chi trova un cliente trova un tesoro. Ma diventa ogni giorno sempre più difficile e complicato riuscire a farlo.

Come può un professionista trovare un nuovo cliente? Quattro sono le strade potenziali possibili da percorrere, con diversi strumenti a disposizione.

La prima è la Ricerca diretta, tra le varie fonti disponibili, dei nominativi di potenziali clienti e della varie possibilità di contatto.

La seconda è l'avvio e la costruzione di una Relazione attraverso incontri e contatti diretti oppure mediati.

La terza è la Raccomandazione, intesa nel suo senso più nobile, che avviene attraverso una segnalazione spontanea, o sollecitata in modo strutturato, di qualcuno diverso da noi che ci promuove verso il potenziale cliente.

La quarta è lo sviluppo di una Reputazione che porta il potenziale cliente a cercarci o contattarci direttamente.

Per ogni strategia ci sono diversi strumenti possibili di comunicazione e di relazione come nella mappa che ho provato a tracciare.
Le strategie non sono incompatibili tra loro, ma appare difficile riuscire a percorrerle tutte allo stesso tempo. Quindi sarebbe consigliabile una scelta o una loro pianificazione diversificata nel tempo.

Clicca sull'immagine per ingrandirla.

Che cosa ne pensate?
Mi date una mano a completare la mappa con gli altri strumenti possibili?

venerdì 18 giugno 2010

Differenziare il proprio business


Due diagrammmi aiutano a comprendere il concetto di differenziazione. Il primo illustra il processo di posizionamento come il punto di incontro tra le capacità del nostro business, le necessità manifeste dei clienti e l'offerta già esistente dei concorrenti all'interno del contesto competitivo in cui intendiamo operare.



Il secondo aiuta a definire le nostre possibilità di business. Occorre trovare un punto di equilibrio tra:

1. Che cosa so fare bene
2. Che cosa voglio fare
3. Che cosa posso fare per guadagnare.

Clicca sulle immagini per ingrandirle.

Che cosa ne pensate?


via

giovedì 17 giugno 2010

Come usare il Web 2.0 per la promozione personale


Come sviluppare in modo strategico il proprio personal brand attraverso gli strumenti offerti dal web in una stimolante presentazione di Tommaso Sorchiotti e Luigi Centenaro.



Ulteriori stimoli ed approfondimenti su Personal Branding.


P.P. Post Post
Un doppio sentito ringraziamento a Luigi e Tommaso per la citazione nella loro presentazione dei miei due modelli Le 12Ps del Personal Branding e Le 8 qualità per sviluppare il tuo personal brand.

mercoledì 16 giugno 2010

Il marketing personale secondo Michele Polico


Undicesimo confronto "a distanza" sul marketing personale. Quattro domande a colleghi ed amici professionisti. Oggi è la volta di Michele Polico.


Quanto ritieni sia importante oggi un approccio strutturato al marketing personale per un professionista?

Credo dipenda dai casi e dai settori. Il professionista spesso ha risorse scarse, sia di soldi che di tempo, per la propria promozione, e spesso dedicarsi molto a questo aspetto limita il tempo per il lavoro vero oppure per l'aggiornamento professionale.
Chiaramente, se il professionista sviluppa prodotti o servizi facilmente scalabili (ad esempio un fumettista, che può vendere n copie dello stesso oggetto), egli può decidere di dedicare del tempo a questa attività, oltre che del budget per retribuire un team di collaborazione per queste attività.
Di meno lo può fare il professionista consulente, il quale guadagna in base al tempo che dedica al lavoro vero e spesso - se ha mercato - ha poco tempo per farlo.
Un caso a parte siamo noi professionisti della comunicazione, che poniamo molta cura nella nostra comunicazione, anche se il tempo scarseggia sempre.

Quali strategie e strumenti utilizzi normalmente nelle tue attività di self marketing e promozione?

Credo che le mie capacità e conoscenze siano la mia migliore promozione.
Cerco di trovare il tempo per scrivere dei buoni post su alcuni temi specifici, ma non ho una strategia strutturata di autopromozione.
Ammetto che all'inizio curavo molto di più la mia comunicazione online di quanto lo faccio adesso.

Qual è a tuo parere l'errore assolutamente da evitare nella propria promozione on line?

Credo dipenda dai contenuti. Se un professionista online scrive informazioni poco accurate, e soprattutto la cosa emerge in maniera evidente, egli avrà poco mercato.
Un altro errore è quello di utilizzare codici di comunicazione sbagliati, ma questo è un problema che anche molte aziende hanno, e che si può evitare soltanto collaborando con una agenzia o un consulente.

Che suggerimenti daresti a chi volesse incrementare la propria visibiltà?

Chiaramente non c'è una regola che vada bene a tutti, ci vuole un abito su misura.
Molto spesso si pensa solo all'online, invece quello che consiglio io - nonostante lavoro nel campo della comunicazione online - è di ricordarsi che anche l'off line ha molta importanza.
Conoscere le persone, i colleghi, stringere rapporti e "mani" ha ancora un peso molto forte per la propria comunicazione.
Il problema è in ogni caso che spesso la visibilità da sola non basta, per trovare i clienti.
Il buon marketing non si deve fermare alla comunicazione online, ma anche alla cura nella gestione della relazione con le persone, alla qualità del servizio offerto e via dicendo.



Michele Polico, strategist e consulente Web, ha recentemente fondato la propria società e dato vita al progetto Young Digital Lab. L'1 e 2 Luglio organizzerà a Rimini il prossimo corso sulla comunicazione online. Ha scritto un libro su Twitter: Twitter marketing.

lunedì 14 giugno 2010

Il marketing personale secondo Cristina Mariani



Quattro domande a colleghi ed amici professionisti. Decimo confronto "a distanza" sul marketing personale. Oggi incontriamo Cristina Mariani.


Quanto ritieni sia importante oggi un approccio strutturato al marketing personale per un professionista?

E' indispensabile, ma attenzione: non confondiamo il marketing con la promozione (in questo caso, auto-promozione), che è solo una delle 4 P del marketing.
Non dimentichiamo le altre 3.
Il prodotto (in questo caso, noi stessi); in che modo siamo diversi dagli altri?
Perchè i clienti dovrebbero scegliere proprio noi?
Il canale di distribuzione ("place"); abbiamo riflettuto su come è meglio "collocare" i nostri servizi?
Proponendoci direttamente ai clienti o alleandoci con aziende o colleghi già presenti sul mercato?
Il prezzo. Scegliere se fatturare a giornata, a progetto e a che tariffe dovrebbe essere frutto di una scelta, non di ciò che offre il mercato.
E infine sì, anche la promozione. La rete ci aiuta molto in questo, lo prova il fatto che ora sto dando questa intervista.
Ma la morale è: bilanciare queste 4 P non è solo un mestiere, è quasi un'arte. Fare marketing personale significa, per me, trattare noi stessi come un "prodotto" e trovare un equilibrio armonioso tra queste 4 P (oltre a quello tra vita personale e professione).

Quali strategie e strumenti utilizzi normalmente nelle tue attività di self marketing e promozione?

Ho scritto un libro (sto scrivendo il secondo e ho in programma una serie) e questo mi ha dato molta visibilità oltre a un contatto con i lettori che mi sta dando moltissimo sotto il profilo professionale e umano. Inoltre scrivo con passione sul mio blog e intervengo quando posso su altri.
Non amo molto Facebook ma è una mia antipatia istintiva, non professionale.
E poi faccio networking con amici e colleghi: gli incontri personali sono sempre spunti di crescita.

Qual è a tuo parere l'errore assolutamente da evitare nella propria promozione on line?

Scrivere dei contenuti banali o copiati da altri. Usare un tono, una "voce" che non è la propria.
Non essere autentici. Far finta di essere qualcosa che non si è.
La rete confonde e maschera, a volte esalta, ma prima o poi i clienti bisogna pur incontrarli e qui casca l'asino.

Che suggerimenti daresti a chi volesse incrementare la propria visibiltà?

Studiare bene i propri potenziali clienti per capire come è meglio comunicare con loro.
Se sono propensi all'uso di Internet (non è detto), aprire un blog.
Scrivere dei contenuti utili usando un linguaggio semplice, alla portata di tutti (l'umiltà traspare dagli scritti e ispira simpatia, l'arroganza maldispone).
Curare i propri clienti attuali, pochi o tanti che siano, piccoli e grandi.
Sfruttare il passaparola, sia reale che virtuale, l'arma più potente (e low cost!) a nostra disposizione.




Cristina Mariani, laurea con lode in Economia e Commercio presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi nel 1987, ha svolto attività professionale in società di consulenza internazionali e successivamente come imprenditrice nella piccola azienda da lei fondata che ha gestito per 15 anni. Libera professionista dal 2005, si divide tra l'attività di consulenza orientata soprattutto alle PMI, la cura del blog "Marketing Low Cost - idee e spunti pratici per piccole imprese" e l'attività di formazione sia in aula che online.
Docente Assolombarda. Ha scritto il libro "Marketing Low Cost" (ed. Franco Angeli 2009), e ha in uscita una serie di volumi nella nuova collana "Low Budget Marketing".

giovedì 10 giugno 2010

Le professioni della comunicazione


Tutto, oggi, è o fa comunicazione. Sicuramente tutti comunichiamo, in modo più o meno consapevole.
Ma il fatto di comunicare non ci rende dei comunicatori professionisti. E’ anche vero che molti si sentono esperti del tema, ma purtroppo non sempre a proposito.
Molti professionisti si occupano di comunicazione, a vario titolo con diverse competenze.
Diventa quindi sempre più difficile distinguere tra le diverse professionalità e riconoscere quale possa essere più utile in base alle necessità.

La matrice che ho tracciato dovrebbe servire a semplificare e classificare le diverse professionalità di chi si occupa di comunicazione d’impresa.

Lo spunto è venuto dalla riflessione sugli elementi classici di una campagna che ho classificato in 4 diverse tipologie:
1. la strategia di comunicazione,
2. gli strumenti della comunicazione da attivare (advertising, PR, direct marketing, ecc),
3. i servizi di comunicazione (esempio i servizi di rassegna stampa)
4. i supporti alla comunicazione (es. strumenti per le video conferenze).

Le due discriminanti che ho utilizzato, tra le molte possibili, riguardano la funzione, più orientata alla strategia o alla tattica, ed il tipo di visione e di approccio utilizzato: generale, se riferibile ad ampia parte dell’impresa, o particolare, specifico per l’uso a cui è destinato.

La classificazione è solo uno schema, e come tale soggetto ad un certo grado di semplificazione. Talvolta può essere difficile distinguere tra servizie e supporti alla comunicazione. Probabilmente dipende dagli obiettivi e dall’uso specifico dell’azienda che li utilizza.

Ho così ottenuto 4 aree di specializzazione.
La prima consiste nella elaborazione delle strategie di comunicazione sia a livello corporate sia a livello di brand/prodotto. E’ un ruolo di tipo manageriale che molte volte risiede all’interno delle aziende, anche se non mancano consulenti molto bravi.

La seconda area, focalizzata sullo specifico strumento di comunicazione, rappresenta un ruolo da specialista che deve integrare ed adattare la strategia generale attraverso l’impiego dello strumento. Tale ruolo è svolto nella maggior parte dei casi da consulenti o agenzie esterne all’impresa.

I servizi di comunicazione, invece, sono quasi sempre svolti da società esterne che si propongono come fornitori e partner dell’azienda.

Infine i supporti alla comunicazione sono attivati dall’impresa sulle base delle specifiche esigenze tecniche. Sono svolti da professionisti, in genere esterni all’azienda.

Clicca qui per scaricare la matrice da flickr.

E tu in che area svolgi la tua attività di comunicazione?

mercoledì 9 giugno 2010

12P per il tuo marketing personale



Ho provato a realizzare un breve video di presentazione sulle 12P del Personal Branding.
Un modello pensato per aiutare i professionisti, i consulenti ed i free lance a sviluppare una strategia efficace e per relazionarsi con successo con il mercato.


Qui il post di presentazione del modello.

Che cosa ne pensate?

martedì 8 giugno 2010

Il marketing personale secondo Jacopo Pasquini


Nono confronto "a distanza" sul marketing personale. Quattro domande a colleghi ed amici professionisti. Oggi incontriamo Jacopo Pasquini.


Quanto ritieni sia importante oggi un approccio strutturato al marketing personale per un professionista?

Credo che l’investimento nel personal branding per un professionista sia altamente remunerativo e nello stesso tempo indispensabile.
La comunicazione online di oggi permette la costruzione di reti e di touchpoint impensabili fino a qualche anno fa, in un processo che si espande e si auto-alimenta.

Quali strategie e strumenti utilizzi normalmente nelle tue attività di self marketing e promozione?

Prima di scendere in campo occorre pianificare la propria strategia di “Personal Brand Identity” da cui deriveranno pubblico di riferimento, contenuti, obiettivi, forme di dialogo, tempi e quindi i singoli strumenti.


Al momento utilizzo il mio blog come piattaforma base di conversazione da cui faccio declinare i miei social media abituali: facebook, twitter, linkedin, friendfeed, delicious, flickr, youtube, slideshare e anobii.

Qual è a tuo parere l'errore assolutamente da evitare nella propria promozione on line?

Non ho dubbi: approcciare in modalità “interruption” pur di ottenere notorietà immediata. Ricordiamoci sempre che le relazioni proficue hanno bisogno di un orizzonte temporale di medio/lungo periodo.

Che suggerimenti daresti a chi volesse incrementare la propria visibiltà?

Consiglierei di iniziare con il freno a mano tirato e di analizzare bene il contesto comunicativo. Il marketing personale richiede tempo e soprattutto tanta passione per produrre risultati di qualità.


Jacopo Pasquini, autore del blog Doctor Brand e consulente marketing, comunicazione, branding e social media. Si occupa di online banking in Banca MPS e fa parte dello Staff del Master in Comunicazione d’impresa – Università degli Studi di Siena.

lunedì 7 giugno 2010

E tu cosa vendi? O meglio cosa offri?

Tutti vendiamo qualcosa.
Sempre (o quasi). In modo consapevole o meno.
Anche quelli che cercano di convincerti del contrario.
Anche quelli che mai e poi mai vorrebbero compromettersi con la vendita. Come se fosse una cosa brutta da fare. Ma non lo è o non lo dovrebbe essere.
Anche se ci sono tanti pregiudizi.
Anche ora che i venditori sono tutti “consulenti”… rovinando i consulenti, oppure no, visto che anche loro devono vendere per vivere.
E il succo comunque non cambia.

Tutti compriamo.
Spesso e volentieri, Con gusto o con sacrificio. Ma compriamo.
Anche se non ci piace sentirci pressati.
Compriamo non solo prodotti e servizi, ma anche tante altre cose.
I verbi possono cambiare, possiamo trovarne di più accomodanti, di più graziosi, ma non cambia la sostanza.
"Compriamo" anche idee, conoscenze, informazioni, attenzione, relazioni ed altro.

Ma comunque non ci piace la gente che ci vende qualcosa.

Ho provato a tracciare una matrice che possa aiutare ad identificare “che cosa vendo” seguendo due variabili chiave: l’orientamento al “prodotto” o al cliente e la razionalità dell’approccio rispetto al lato emotivo-psicologico.



Capire cosa vendo o che cosa intendo offrire è il punto di partenza per costruirci sopra un piano e soprattutto per cercare di capire a chi potrebbe interessare la nostra offerta.

E' evidente che proporre prodotti e servizi non differenziati sia poco attraente per chiunque. Eppure la maggior parte delle attività si continua a vendere così. Senza una idea dietro, senza una proposta, sperando nella buona sorte per convincerci all'acquisto.

Offrire vantaggi, soluzioni, benefici sembra decisamente più interessante.
Ma devono essere credibili, differenzianti e unici. Una strada difficile, ma possibile.

C'è poi la possibilità di offrire, idee, opinioni, informazioni, conoscenza, status.
Un'offerta che, in questi ultimi anni, continua a crescere.
In fondo Google offre informazioni, per di più nella maggior parte dei casi gratuite ed è diventato un colosso mondiale.

La strada nuova oggi è legata all'offerta di esperienze e di relazioni. Una strada nuova, originale, ancora da comprendere fino in fondo.

Clicca qui se vuoi scaricare la slide.

Altre idee in proposito? Che cosa ne pensate?

domenica 6 giugno 2010

Il mio primo post con QR code




via

sabato 5 giugno 2010

Naturalmente, ovviamente, chiaramente, non possiamo pagarti



Lavorare gratis: alcune riflessioni di Maddalena Balsamo dedicate a tutti gli artisti.
Quante volte vi capita di sentire o di vivere qualcosa di simile?



via

venerdì 4 giugno 2010

Il marketing personale secondo Alessandro Prunesti



Quattro domande a colleghi ed amici professionisti. Ottavo confronto "a distanza" sul marketing personale. Oggi è la volta di Alessandro Prunesti.


Quanto ritieni sia importante oggi un approccio strutturato al marketing personale per un professionista?

Lo ritengo essenziale. Il mercato del lavoro sta cambiando notevolmente; e le aziende ricercano sempre più spesso profili professionali specializzati su aspetti particolari dei loro progetti di business.
E’ essenziale adottare le strategie migliori per farsi trovare pronti ad accogliere le sfide del mercato e le richieste delle aziende.
Nulla può essere lasciato al caso; occorre creare una strategia che prenda in considerazione non solo i social media, ma anche la cura delle proprie relazioni “offline” personali e professionali.

Quali strategie e strumenti utilizzi normalmente nelle tue attività di self marketing e promozione?

La strategia che utilizzo è quella “a rete”: curo la mia presenza online attraverso la gestione dei contenuti sul mio blog personale, su Facebook e Linkedin.
Partecipo ad eventi sull’innovazione digitale e svolgo relazioni pubbliche facendo “networking” con gli altri professionisti.
Cerco di condividere contenuti con altri professionisti e siti web che considero “nodi autorevoli” di competenze e informazione, in grado di offrire una leva di visibilità anche alle mie attività.
L’integrazione con l’offline resta fondamentale; da questo punto di vista, i libri che pubblico mi aiutano molto.

Qual è a tuo parere l'errore assolutamente da evitare nella propria promozione on line?

L’assenza di coerenza tra i diversi profili online e l’istinto di usare i social network come se si stesse facendo una chiacchierata in famiglia.

Che suggerimenti daresti a chi volesse incrementare la propria visibiltà?

Crearsi un sito ben posizionato a livello SEO, e ricco di contenuti: articoli, audio, video da integrare sui diversi social media.
Specializzarsi su una “nicchia” ancora poco frequentata.
Collaborare online con altri professionisti, condividere link, far girare la conoscenza per guadagnare autorevolezza.


Alessandro Prunesti è nato a Roma nel 1979. Svolge attività di docenza e consulenza nel campo della formazione, della comunicazione di marketing applicata ai social media e dell’Enterprise 2.0. E’ docente alla Business School del Sole 24 Ore e all’Università Europea di Roma.
E’ autore di diverse pubblicazioni sulla comunicazione di marketing e i social media.

giovedì 3 giugno 2010

Le 12Ps del Personal Branding



Un trionfo di P per il personal branding di professionisti, consulenti e freelance.
12Ps organizzate a 5 livelli. Un percorso sequenziale per definire il tuo piano di marketing personale e quindi lo sviluppo del tuo personal brand.
Una concettualizzazione nata dal mio precedente info-grafico chiamato working plan.
L’originalità del modello credo che sia proprio nel percorso proposto con un approccio strategico e progettuale allo stesso tempo.

Le 12P, organizzate nei 5 diversi livelli, in sintesi esprimono:

a. Personal asset: il tuo patrimonio personale

Personality - La tua personalità
Quali aspetti della tua personalità possono aiutarti nel tuo business? Su quali pregi del tuo carattere puoi investire? In che cosa puoi migliorare? Che cosa invece devi tenere sotto controllo?

Passion – Le tue passioni
Quali sono le tue passioni? Cosa riesce a farti stare bene? Cosa ti entusiasma? Come le tue passioni possono aiutarti nel tuo lavoro? Come trasferire l’entusiasmo e la motivazione nel tuo quotidiano?

b. Professional asset: il tuo patrimonio professionale

Purpose – I tuoi propositi
Che tipo di professionista sei o vuoi essere? Quali sono la tua missione e la tua visione? Quali sono i valori in cui credi e con cui vuoi proporti sul mercato? In quale mercato intendi operare? Con chi ti devi confrontare? Come puoi migliorare il tuo essere professionista?

Potential – Il tuo potenziale
Quale è il tuo potenziale professionale? La tua formazione, le tue esperienze, il tuo know how, le tua abilità e le compenze specifiche. Come migliorare la tua competenza professionale?

Le prime 4P rappresentano l’identità del professionista. Come tale ha una dimensione dinamica e deve spesso essere aggiornata e rinnovata alle luce delle esperienze maturate, delle conoscenze acquisite e del livello di consapevolezza raggiunta.
Le seconde 8P invece sono relative all’aspetto progettuale e allo sviluppo del piano di business.

c. Professional strategy: la tua strategia di sviluppo professionale

Professional goal: gli obiettivi professionali
Quali sono gli obiettivi che decidi di realizzare attraverso il tuo piano? Usi il metodo smart (specifici, misurabili, accessibili, realistici, fissati nel tempo) per definirli?

Positioning – Il tuo posizionamento nel mercato
Perchè i tuoi clienti dovrebbero scegliere Te? Che cosa ti differenzia dai tuoi competitors? Quali problemi sei in grado di risolvere? In che cosa eccelli?

d. Network strategy: La tua strategia per sviluppare il tuo network

People
Chi sono i tuoi clienti? Come puoi aiutarli? In che cosa migliori il loro business o la loro vita? Dove sono i tuoi clienti? Come puoi contattarli/raggiungerli? Come acquistano normalmente ciò che tu offri?

Partners
Con chi puoi integrare la tua offerta: a monte o a valle? Chi può collaborare con te? Chi ti può sostenere nel tuo business?

e. Il tuo marketing mix : le variabili chiave

Performance
Quale è la tua offerta di valore? Quali prestazioni offri? Quali servizi aggiuntivi? Che tipo di esperienza offri ai tuoi clienti? Quali garanzie offri a supporto?

Pricing
Quanto vale il tuo lavoro? Quali prezzi e tariffe? Quali costi, non solo monetari, sei disposto ad assumerti? Quali costi devono sostenere i tuoi clienti? Quali rischi corrono nel rivolgerti a te?

Packaging
Come dare una concretizzazione al tuo know how? Come rendere tangibile il tuo valore?
Come dare una forma fisica al tuo brand? Come curi gli aspetti tangibili e quelli intangibili della tua attività?

Promotion
Come promuoverti on ed off line? Con quali strumenti e con quali risorse? Come pianifichi le tua attività?

Mi ripropongo di approfondire ciascuna delle 12P in successivi post.

Intanto che cosa ne pensate del quadro generale?
Considerazioni, riflessioni, appunti, critiche sono le benvenute.

Clicca sull'immagine per ingrandirla oppure qui su flickr.

martedì 1 giugno 2010

Il marketing personale secondo Paola Bonavolontà



Settimo confronto "a distanza" sul marketing personale, il secondo al femminile. Quattro domande a colleghi ed amici professionisti. Oggi incontriamo Paola Bonavolontà.

Quanto ritieni sia importante oggi un approccio strutturato al marketing personale per un professionista?

Il marketing personale è uno strumento di orientamento e di bilancio sia con gli altri che con se stessi.
Una volta che si comprende quanto questo strumento può facilitarci, lo si può utilizzare con efficacia in molti contesti non solo nella professione ma anche nella vita personale.
Avere una struttura permette di essere più efficaci, di progettare, definire un obiettivo e poter anche modificare la rotta per arrivarci.

Quali strategie e strumenti utilizzi normalmente nelle tue attività di self marketing e promozione?

Il mio l'ho chiamato l’approccio delle 4 c: cuore, corpo, cervello, contesto.
Sono le variabili che utilizzo, nutro ed adatto, con le quali entro in relazione e che mi consentono di ascoltare di volta in volta le necessità del cliente, singolo o gruppo, e di rispondere autenticamente con competenza.
Di creare relazione prima che commissione.
Perché per me il marketing è relazione.
E’ reale interesse, è reale beneficio offerto, è affiancarsi e non sostituirsi. Essere presenti e disponibili, di supporto.
Diventare un punto di riferimento, e dunque affidabili, sempre rispettosi, etici. Con tutti, clienti e non, concorrenti e se stessi.
Creare rete e creare contatti significa frequentarli, on line o no. Non è una collezione su Facebook o LinkedIn. E’ uno scambio preferibilmente mutuale, un arricchimento anche qui preferibilmente mutuale.
Viene sempre prima la persona. Sviluppare la relazione, conoscere, essere curiosi di altri mondi, ampliare il nostro e contribuire ad ampliare l’altro.
E’ una strada a due direzioni. Una comunicazione appunto di comune interesse e sviluppo. Ancora una volta sviluppo personale o professionale.

Qual è a tuo parere l'errore assolutamente da evitare nella propria promozione on line?

L’inganno. Promettere ciò che non si può mantenere. Vendere effetti speciali.
In pratica, evitare gli errori che Porter definiva comuni: troppo o troppo poco (over o under positioning), confuso, non credibile.
Vietato essere noiosi, verbosi e cattedratici.

Che suggerimenti daresti a chi volesse incrementare la propria visibilità?

Il web offre molte occasioni per aumentare la propria visibilità. Possiamo costruire finestre di visibilità, a patto di (cfr. Johari) essere consapevoli di cosa mostriamo ma anche disponibili a migliorare ciò che gli altri vedono di noi che noi non vediamo.
Se pensiamo di comunicare i nostri servizi, è impensabile che questo non passi e venga veicolato da come comunichiamo noi stessi.
Da ciò che crediamo intimamente di noi.
Per essere scelti bisogna scegliersi, accettarsi, piacersi, convincersi per primi.
Nel pratico vuol dire frequentare corsi di sviluppo competenze o percorsi individuali.
Perché il mercato non ci aspetta.
Ci siamo sempre. Stanchi o demotivati, depressi o fiduciosi. Sicuri, fumosi, rinunciatari, confusionari o organizzati all’ossessione. Sia che ci perdiamo nell’analisi senza passare all’azione sia che agiamo senza pensare alle conseguenze possibili.
Per dare il meglio è necessario sentirsi al meglio, avere piena consapevolezza della propria swot ed essere disponibili e desiderosi di migliorarsi continuamente.
Se consideriamo il marketing come l’arte di generare un autentico valore per il cliente, la promozione di noi stessi comincia dal riscoprire e coltivare il proprio valore e saperlo diffondere, comunicare, condividere.
Con vero interesse per noi e l’altro. Rispetto per noi e per l’altro.
E ciò che non sappiamo fare, lasciamolo agli esperti. Altrimenti soffochiamo di proposte il mercato ma non il target, con la conseguenza che c’è sempre meno attenzione ed interesse per ciò che viene urlato e proposto nel luogo e nella modalità errate a discapito di tutti.
E…per chi proprio il marketing non sa cos’è, un ottimo consiglio è di cominciare con l’educazione.
Le relazioni vanno coltivate.
Inutile chiedere un contatto per poi ignorare una domanda che arriva da quel contatto.
Errato considerare l’altro un mero contenitore o destinatario per i nostri messaggi, ma una persona con gusti e personalità, emozioni e preferenze.
Clienti o fornitori tutti noi siamo persone. Che possono cambiare ruolo ma ciò che abbiamo da offrire intimamente resta.
Anche nella giungla della competizione. Il nostro vantaggio competitivo siamo noi, il nostro io, quello che continua a lottare nonostante le difficoltà, a credere nonostante le delusioni.
A stupirsi delle meraviglie e a crearne di nuove.



dott.ssa Paola Bonavolontà: Mi occupo di sviluppo personale e professionale di singoli e gruppi; di formazione adulti con corsi teorici e laboratori esperenziali.
Laureata con lode in Economia e Commercio, ho ricoperto ruoli di marketing manager in multinazionali quali Colgate Palmolive, L’Oreal, Revlon in Italia e negli Stati Uniti.
Formazione Post Universitaria: Master triennale in Gestalt Counseling Professionale, Master Practitioner in PNL – Programmazione Neurolinguistica, Master in Artcounseling; Hoffman Quadrinity Process, Avatar, Costellazioni Familiari, Formazione del Se, Videocounseling, Dancecounseling, Laboratorio di Voce e teatro delle emozioni.
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