Usare il nome proprio o un nome di fantasia? Un bel dilemma, non facile da risolvere.
Il proprio nome può essere invece un vantaggio competitivo quando si può vantare una precedente reputazione e/o notorietà personale già conquistata presso i clienti a cui si pensa di rivolgere la nuova attività, mentre è sconsigliato usarlo quando è troppo lungo, troppo comune o molto difficile da pronunciare.
Per cominciare ad orientarsi si può consultare gratuitamente il sito Infoimprese, motore di ricerca delle Camere di Commercio Italiane, e verificare lo stato dell’arte sul proprio nome o eventuali nomi di fantasia. La ricerca è possibile anche per regione, provincia, città e cap.
Inoltre si può approfondire on line tramite Google e fare una ricerca per individuare eventuali nostri omonimi e valutare così anche la loro visibilità on line ed estendere la ricerca anche ai social network professionali più diffusi come Linkedin.
Stessa ricerca anche per l’eventuale nome di fantasia. Oltre a questo sarà utile verificare l’eventuale disponibilità di un dominio libero per il sito Internet ad esempio su Register.
Trovare un bel nome di fantasia per una attività individuale è più facile a dirsi che a farsi.
Ecco comunque alcune caratteristiche necessarie:
- brevità;
- specificità per il business a cui si rivolge;
- unicità (almeno nel settore di attività in cui intendiamo operare);
- facile da pronunciare;
- facile da memorizzare;
- deve avere un chiaro significato per i clienti della nostra attività;
- deve essere possibilmente focalizzato sui vantaggi e/o benefici della nostra offerta.
Infine, se vendete know how o prestazioni professionali, il nome non dovrebbe essere astratto. Lo è già abbastanza l’attività.
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