"E infine, se mi è concesso, vi racconterò la mia storia di cocciutaggine.
Nel corso di due anni, ho inviato il manoscritto originale di questo libro a 74 editori.
Ogni volta che uno me lo rifiutava, lo inviavo ad altri due editori.
Il 44mo, Steven Piersanti della Berrett-Koehler, decise di pubblicarlo quattro mesi dopo averlo ricevuto.
Mentre lo stava valutando, l’avevo inviato ad altri 30 editori.
Se avessi desistito dopo aver avuto 43 rifiuti, non avrei mai pubblicato la prima edizione, che ha venduto 100.000 copie ed è stata tradotta in 16 lingue.
E adesso non ci sarebbe questa seconda edizione".
tratto da Jack Foster - Un mare di idee
photocredit
Credo che il concetto di imparare dagli insuccessi sia sopravvalutato: non che non sia "potente", anzi, è che se ne parla molto e si pratica poco perché ... è difficile e doloroso.
RispondiEliminaCredo sia altrettanto potente e sicuramente più piacevole imparare e potenziare quello che si sa fare bene.
La nostra cultura sociale e industriale però ci ha sempre portato a guarda all'errore come perno (da quando siamo nella culla, a scuola, al lavoro) ... peccato: quante opportunità buttate!
My 2€ cents,
PierG
http://pierg.wordpress.com